ParmaAlimenta

#ALIMENTAZIONE #COOPERAZIONE #SOSTENIBILITà

Promuoviamo uno sviluppo socio-economico più equo, partecipato e sostenibile, attraverso l’attivazione di progetti per l'autosufficienza alimentare dei paesi del Sud del mondo.


chi siamo

Parmaalimenta è un’associazione di enti che si è costituita il 22 giugno 2004 per la promozione di
uno sviluppo socio-economico più equo e sostenibile, attraverso l’attivazione di progetti di cooperazione decentrata finalizzati al conseguimento dell’autosufficienza alimentare delle popolazioni di Paesi del Sud del Mondo.
E’ costituita da Comune di Parma, Provincia di Parma, Comune di Collecchio, CNA Parma, Azienda Ospedaliera- universitaria di Parma, Boorea s.c., Azienda agraria sperimentale Stuard, Centro Agroalimentare e Logistico di Parma, Confragricoltura Parma
L'associazione sostiene da diversi anni le attività di agricoltura urbana, di sicurezza alimentare e di piccolo commercio della popolazione dei comuni nord della capitale del Burundi, Bujumbura, per il superamento della fame e della povertà assoluta. Oggi gestisce due sedi operative, una a Parma ed una in Burundi.
Quest’ultima è costituita esclusivamente da personale burundese.

Lo staff di Parmaalimenta Burundi

Manifesto

I nostri obiettivi

  1. Promuovere progetti di cooperazione decentrata secondo la strategia dei Sustainable Livelihoods (mezzi di vita sostenibili) e del Results-Based Management (RBM approach) verso i paesi del Sud del mondo.

  2. Dialogo e scambio tra partner agroalimentari del nostro territorio e i interlocutori nel Sud del mondo per la costruzione di mercati e filiere equi e sostenibili.

  3. Istituire un fondo di microcredito per promuovere la microfinanza come strategia e strumento concreto di lotta alla povertà e di sviluppo locale sostenibile ed equo.

  4. Creare a Parma un centro di sviluppo e ricerca di riferimento internazionale per la lotta alla povertà in sostegno alla sovranità alimentare dei popoli.


Principi

La nostra carta dei principi

  • Promuovere sul territorio di Parma una cultura della responsabilità sociale per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale attraverso una strategia di rete dei soggetti formali e non formali presenti sul territorio

  • Promuovere forme di cooperazione decentrata intesa come rapporto di scambio e di crescita reciproca tra comunità del nord e del sud del mondo, paesi ricchi e poveri.

  • Promuovere uno sviluppo sociale ed economico sostenibile e più equo

  • Operare sulla base di un rapporto di partenariato con le comunità e le organizzazioni del Sud del mondo basato su relazioni che favoriscano lo scambio e la ricerca di visioni, di modelli organizzativi, di impostazioni culturali e di esperienze

  • Contribuire a rimuovere le cause della povertà, della ingiustizia e dell’esclusione sociale nella realtà in cui si interviene al fine di attivare processi di sviluppo autocentrato equo e sostenibile.

  • Favorire l’instaurarsi o il rafforzarsi di processi partecipativi e sostenere processi di democratizzazione dal basso e di pace.

  • Coinvolgere le istituzioni e la società civile locali ponendole in rapporto con le istituzioni e la società italiana, europea e internazionale in un processo di responsabilità sociale.


amministrazione trasparente

consiglio direttivo

AmministratoriGualtiero Ghirardi, Presidente, CNA ParmaClaudio Moretti, Consigliere, Provincia di Parma.
Michele Alinovi, Consigliere
Presidente del Consiglio del Comune di Parma
Stefano Risoli, Consigliere
Assessore Comune di Collecchio.
Icilio Dodi, Consigliere
Direttore Pediatria Azienda ospedaliero universitaria Parma.
Stefano Campani, Consigliere Direttore Boorea sc.
Atto di nomina degli amministratori:
Assemblea dei soci del 24/02/2022.
Durata dell'incarico: 3 anni.Compenso connesso all'assunzione della carica:
Nessuno, le cariche sono assunte a titolo volontario.

bilanci associativi

In questa sezione è possibile scaricare e consultare il nostro bilancio economico, così da garantire in modo trasparente e chiaro il nostro operato.

Contributi Pubblici

il nostro statuto


Soci


collaborazioni

Nella suo percorso, Parmaalimenta ha collaborato con:
Comune di Parma, Provincia di Parma, Comune di Collecchio, Regione Emilia-Romagna, Regione
Paesi della Loira, CNA, Consorzio Solidarietà Sociale, Azienda ospedaliera universitaria Parma,
Boorea sc, Mwassi, IMEM-CNR Parma, Studio Architettura Giuffredi e Guareschi, Fondazione
Cariparma, Fondazione Prosolidar, Istituto della Francofonia, Università di Udine, Università
Cornell di New York, Università di Parma, Banca Mondiale, FAO, WFP, Presidenza del Consiglio italiano, Istituto buddista italiano Soka Gakkai, Ministero delle Relazioni Estere e della cooperazione internazionale del Burundi, Ministero dell’Agricoltura del Burundi, Ministero della Sanità del Burundi, Ministero dell’Energia del Burundi, Ministero degli interni, Municipalità di Bujumbura, Provincia di Bujumbura rurale, consorzio cooperative locali produttori burundesi.


Progetti

Il nostro impatto nel mondo

I progetti di Parmaalimenta nascono dalle reali necessità della popolazione e si mettono a suo servizio come strumento di sviluppo. L’ impegno concreto dimostrato da Parmaalimenta viene riconosciuto dalla popolazione che partecipa con fiducia alle attività progettuali.


centro Maison Parma

Maison Parma è operativo da maggio 2010.
E’ un Centro Agroalimentare attivo e funzionante che ogni giorno permette risultati concreti nell’ambito dell’organizzazione delle filiere per la sicurezza alimentare.
E’ un’azienda non profit a disposizione degli agricoltori per l’autosufficienza alimentare.
E’ la sede di un consorzio di cooperative organizzato
nelle filiere di riso, manioca e ortofrutta per la produzione, lo stoccaggio, la trasformazione e la
commercializzazione di prodotti alimentari locali, sostenibili nel prezzo e nella qualità.
Attualmente il Centro Maison Parma dispone di:
uffici, punto vendita, cucina comunitaria, caffetteria, un hangar per lo stoccaggio e la decorticazione del riso, un hangar per lo stoccaggio e
la trasformazione della manioca, un hangar attrezzato con una cella frigorifera per lo stoccaggio e la lavorazione dell’ortofrutta, uno spazio di stoccaggio, una sala di formazione.

Fotovoltaico sostenibile per garantire il diritto all’acqua potabile in Burundi (TETI)

Il progetto ha l'obiettivo generale di garantire a una piccola comunità della provincia Burundese di Bubanza l’accesso
all’energia solare e all’acqua potabile, sicura ed economica per tutti.
Il progetto è sostenuto con i fondi dell'Otto per Mille dell'istituto buddista italiano Soka Gakkai

Maison Parma, il valore del territorio: la filiera del pomodoro e lo sviluppo sostenibile

Grazie alla vocazione agroalimentare del territorio di Parma il progetto vuole condividere le competenze del territorio parmense sulla filiera agroalimentare del pomodoro come modello di sviluppo sostenibile in Burundi, così da promuovere la formazione e l’accesso ad un lavoro dignitoso dei coltivatori di pomodoro burundesi e delle loro comunità, favorendo l'uguaglianza di genere, l'emancipazione di donne e l’inserimento di giovani.

Pomodoro condiviso: Promozione del prodotto locale pomodoro per uno sviluppo socio-economico partecipato in Burundi

Il progetto si basa sulla condivisione e lo scambio delle competenze sulla filiera agroalimentare del pomodoro per rafforzarla attraverso un sostegno alle fasi di produzione, trasformazione e conservazione e implementando le competenze di giovani uomini e donne, consolidando la rete di partner tecnici per lo scambio di competenze tra territori.

Irrigazione condivisa: gestione partecipata dell’acqua agricola nel sito di kivoga a servizio degli agricoltori burundesi

Il progetto contribuisce al miglioramento della sicurezza alimentare attraverso l'aumento della superficie produttiva coltivabile grazie all’applicazione della piccola idraulica e del fotovoltaico per costruire sistemi irrigui a protezione degli ecosistemi e promuoverne la gestione partecipata attraverso il rafforzamento delle competenze locali per lo sviluppo di una filiera agricola sostenibile in Burundi

lotta alla malnutrizione

Il progetto prevede il miglioramento delle condizioni socio-sanitarie dei bambini e delle giovani madri attraverso l’utilizzo dei prodotti locali disponibili e la partecipazione attiva di tutta la comunità locale che viene direttamente coinvolta nell’organizzazione e nella gestione dei Foyers d’Apprentissage et de Réhabilitation nutritionnelle (Farn), gruppi collettivi di apprendimento e di riabilitazione nutrizionale.


news

APPROFONDIMENTI DAL BURUNDI


ParmAALIMENTA, UN SEME DI SPERANZA IN BURUNDI

Articolo di Sara Magnacavallo apparso il 12 novembre 2025 sulla Newsletter de Il Sole 24 ore "Alley Oop"

Maggio 2025 segna un punto di svolta per Parmaalimenta, un’associazione di enti che si è costituita il 22 giugno 2004 per la promozione di uno sviluppo socio-economico più equo e sostenibile, attraverso l’attivazione di progetti di cooperazione decentrata finalizzati al conseguimento dell’autosufficienza alimentare delle popolazioni di Paesi del Sud del Mondo. Sei mesi fa l’inaugurazione del nuovo centro di trasformazione del pomodoro a Bujumbura, in Burundi, che ha coronato l’inizio de «l’attività che ci porta a essere un’impresa vera e propria», ha sottolineato il presidente Gualtiero Ghirardi.L’associazione lavora da oltre vent’anni a favore del superamento della fame e della povertà in Burundi. Ma, ad orientare il corso d’azione, è la volontà di promuovere l’autodeterminazione come via per costruire un futuro più dignitoso per le comunità più fragili. L’efficacia dell’operato è stata riconosciuta dalla FAO, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, e dalle Regioni dell’Emilia Romagna e dei Paesi della Loira.Cosa succede in Burundi?
Situato nella regione geografica dei Grandi Laghi, lo Stato africano si aggira sui 14 milioni di abitanti. Il sito della World Bank Group afferma che ad oggi l’85% della popolazione è impiegata nel settore agricolo: nel 2023, la povertà stimata era del 74,8% e l’inflazione fluttuava poco sopra il 27%.
Così come denuncia il sito di Freedom House, il Burundi è in crisi economica e politica dal 2015: l’elezione del partito autoritario Consiglio Nazionale per la Difesa della Democrazia – Forze per la Difesa della Democrazia (CNDD–FDD) ha vanificato i progressi governativi compiuti dopo la guerra civile.Da febbraio 2025, afferma Unicef, il Burundi versa inoltre in una crisi umanitaria dovuta dal massiccio afflusso di rifugiati congolesi, in fuga dal conflitto che coinvolge il Rwanda: nel luglio 2025, erano 35.000 gli sfollati in Burundi. La crisi umanitaria, sommata alle inondazioni dell’anno scorso, ha provocato nel Paese un’ulteriore crisi sanitaria. Il drammatico quadro socio-economico non fa altro che gravare sui già esorbitanti livelli di malnutrizione nel Paese: soltanto l’anno scorso, il report del Food Security Information Network ha reso noto che poco meno di un quinto tra gli abitanti burundesi riportava uno stato di acuta insicurezza nutrizionale.Parmaalimenta
Parmaalimenta, costituita da Comune di Parma, Provincia di Parma, Comune di Collecchio, CNA, Consorzio di Solidarietà Sociale, Azienda Ospedaliera di Parma, associazione Mwassi, Boorea, è impegnata in progetti di cooperazione decentrata, volti a raggiungere l’autosufficienza alimentare. Già un paio d’anni prima della nascita, la fondatrice dell’associazione Silvia Marchelli si dedicava ad aiutare, tramite assistenza medica, le persone più esposte nelle zone a nord del Burundi. Il progetto è sbarcato a Parma «per capire se ci fossero possibilità di cooperazione tra le istituzioni parmensi e lo Stato burundese», ha spiegato Ghirardi. Allora lo slancio di umanità ha creato uno spirito di collaborazione, che ha dato forma l’iniziativa.
Fin da subito, l’attività si è sviluppata su due binari: «Il primo, in continuità dell’attività di Marchelli, cioé il proseguimento del sostegno sanitario alle persone più fragili; il secondo, ruota attorno la creazione di nuove imprese a supporto dell’indipendenza delle persone in Burundi».Quattro anni dopo, a pari passo con il riconoscimento come ONG da parte del Governo burundese, le autorità locali hanno messo a disposizione dell’associazione 60 are di terreno a scopo edificativo. È solo nel 2010 che la concessione vide i primi germogli di quello che sarebbe diventato il fiore all’occhiello dell’associazione: Maison Parma, centro agroalimentare attivo nell’ambito dell’organizzazione delle filiere per la sicurezza alimentare.Maison Parma
Maison Parma è un’azienda non profit a disposizione degli agricoltori per l’autosufficienza alimentare e allo stesso tempo è la sede di un consorzio ci cooperative organizzato nelle filiere di riso, manioca e ortofrutta per la produzione, lo stoccaggio, la trasformazione e la
commercializzazione di prodotti alimentari locali, sostenibili nel prezzo e nella qualità.
L’ampliamento di Maison Parma venne portato a termine nel 2019. Estesa su un’area di 7.400 mq e su una superficie edificata di 1.900 mq, il complesso è oggi sede un Consorzio di Cooperative organizzato in filiere di produzione del riso, della manioca e dei prodotti ortofrutticoli; è inoltre attrezzato per lo stoccaggio, la conservazione, la trasformazione e la commercializzazione di prodotti alimentari locali.Due anni dopo, è sempre AICS a rinnovare il proprio supporto a Parmaalimenta, gettando le basi per il progetto “Maison Parma, il valore del territorio: la filiera del pomodoro e lo sviluppo sostenibile”. «Nel 2019, – spiega Ghirardi –, partì la delegazione delle autorità parmensi per vedere con i propri occhi i risultati ottenuti negli anni e cosa si poteva fare di nuovo negli anni a venire. Di ritorno dal viaggio, siamo riusciti a sbloccare l’interesse di AICS». Partendo da questo nuovo campo d’azione, Parmaalimenta dà il via alle sperimentazioni nella coltivazione e lavorazione del pomodoro, così da consentirne la conservazione e la relativa commercializzazione.Due sono gli obiettivi del progetto: condividere le competenze del territorio parmense sulla filiera agroalimentare del pomodoro come modello di sviluppo sostenibile; e promuovere la formazione e l’accesso ad un lavoro dignitoso trai coltivatori e tra le loro comunità, facendo leva su uguaglianza di genere, emancipazione femminile e inserimento giovanile.Questi obiettivi si ramificano in quattro attività: partendo dalla filiera, si passa ad attività di stage aziendali e accompagnamento per l’avvio di micro attività imprenditoriali, forme di risparmio e credito. Grande accento viene poi posto sui corsi di formazione sulla sicurezza alimentare, come anche sul marketing, sulla commercializzazione e sulla trasformazione e utilizzo di nuove tecnologie e macchinari. Chiudono il quadro gli investimenti sulla sperimentazione, messi a punto con il progetto Champ École: un campo agricolo stanziato a circa 3 km di distanza dal centro agroalimentare per sperimentare nuovi metodi di coltivazione e irrigazione.Centro di trasformazione del pomodoro
L’inaugurazione ha richiesto all’incirca due anni di lavori . Ma il risultato, a detta di Ghirardi, «non ha nulla da invidiare ai pomodori di Parma»: estesa su 135 metri quadrati, la filiera inaugurata a maggio 2025 lavora fino a 1,4 tonnellate di pomodoro al giorno. Ad oggi, sono state completate cinque campagne di coltivazione del pomodoro e, nell’ultima campagna, il consorzio ha prodotto 9,6 tonnellate di pomodori.
L’attività replica a 5.000 chilometri di distanza un processo di lavorazione ben noto nel territorio parmense: quello del pomodoro. Secondo Ghirardi, la filiera fa da modello a come l’attività di Parma possa declinarsi «su scala semi-industriale, con dimensioni diverse ma stesse modalità». Le sfide nel gestire una struttura di quest’entità rimangono, non da meno, «all’ordine del giorno: ma, una dietro l’altra, siamo sempre riuscite a superarle».Formazione e microcrediti
Maison Parma ha permesso a molti giovani, donne, agricoltori e operatori di accedere al mondo del lavoro attraverso percorsi di formazione mirati. Com’è il caso del percorso di formazione tecnica sulla produzione di pomodoro: con 100 coltivatori beneficianti, il percorso si basa sulle buone pratiche di coltivazione e irrigazione messe in pratica da Champ École. Sono inoltre 30 i giovani formati all’uso di tecnologie agricole per ottimizzare il fabbisogno idrico delle piante di pomodoro e di sistemi fotovoltaici per l’irrigazione; altri 30 giovani studenti universitari, invece, si sono dedicati alla lavorazione industriale del pomodoro, all’igiene, alla sicurezza alimentare e all’uso di tecnologie appropriate nel settore della lavorazione industriale del pomodoro. In aggiunta, un gruppo di circa 140 ragazzi sono stati formati sul marketing dei prodotti, consentendo l’apprendimento e lo sviluppo di competenze e capacità professionali giovanili.
A supporto di questi percorsi, sono entrate in gioco attività generatrici di reddito, accessibili tramite la formazione dei beneficiari su concetti quali comunità di risparmio e credito interno: «Una delle prime attività che abbiamo cominciato a svolgere», ha spiegato Ghirardi. Il Centro sostiene l’attività di centinaia di piccoli agricoltori, mettendo loro a disposizione piccoli prestiti, utilizzati per affittare il terreno da coltivare o per accedere ai mezzi di produzione. Questo dà loro la possibilità di avviare una piccola attività agricola, garantendo loro sicurezza alimentare e la possibilità ai figli di accedere a servizi sanitari e scolastici. «Ancora oggi, – ha aggiunto il presidente – le cooperative dalle quali andiamo ad acquistare i pomodori contano sul microcredito, confermando il suo ruolo determinante di queste attività».Laboratori con IMEM CNR
Altra punta di diamante all’interno del progetto è la nascita del laboratorio, in collaborazione con l’Istituto IMEM CNR di Parma, per la costruzione di piccoli moduli fotovoltaici da installare sulle abitazioni senza elettricità, con l’obiettivo di diffondere l’uso di un sistema energetico a costo zero: «Impieghiamo sistemi di potabilizzazione evoluti, con tecnologia a raggi ultravioletti, costruiti all’interno dei laboratori di Parmaalimenta», ha commentato Ghirardi.
I risultati di questi laboratori, siano essi pannelli o impianti fotovoltaici, vengono messi a disposizione di scuole, ospedali o villaggi. A tal proposito, l’applicazione della piccola idraulica e del fotovoltaico hanno reso possibile la promozione di “Irrigazione condivisa”: un sistema di gestione comune dell’acqua agricola a servizio degli agricoltori burundesi, che consente di aumentare la superficie produttiva coltivabile, proteggere gli ecosistemi e promuovere la gestione partecipata dei terreni.
Il centro socio-sanitario nutrizionale
Realizzati in partnership con il Ministero della Sanità Burundese, i programmi di nutrizione e salute comunitaria promuovono un processo di affiancamento alle madri sulla sicurezza alimentare: formazione sulla preparazione degli alimenti e sulle buone pratiche d’igiene, assistenza sanitaria e cure mediche per i casi più critici sono solo alcuni trai punti d’intervento del centro.
Il centro segue e supporta anche l’istruzione delle Maman Lumière, volontarie elette dalla comunità burundese per educare a loro volta le madri di famiglia sulle corrette abitudini alimentari da tenere. Sono queste le figure che, organizzate all’interno dei FARN (Foyers d’Apprentissage et de Réhabilitation nutritionnelle, o anche Centri di apprendimento e riabilitazione nutrizionale), si spiegano tra le comunità come l’anello di congiunzione tra Parmaalimenta e il territorio, ampliando così la platea di riferimento dell’associazione.Il ruolo delle associazioni
Secondo una ricerca pubblicata nel 2023 dal Journal of African Foreign Affairs, c’è una crescente sfiducia nelle organizzazioni non-profit da parte dei Paesi nell’Europa dell’Est, in via di sviluppo o di transizione a causa del ruolo politico assunto. Questa sfiducia ha spinto gli Stati a promulgare leggi contro la collaborazione con le ONG locali, negando ulteriori finanziamenti e risorse. Tra queste, il Burundi: un report pubblicato nel 2025 da EUSEE ha testimoniato come le organizzazioni della società civile (OSC) in Burundi operino in un contesto di spazio civico represso, caratterizzato da significative restrizioni nell’attuazione dei diritti civili e politici, come le libertà di espressione, associazione e riunione garantite dalla Costituzione della Repubblica del Burundi del 2018.
Nel merito, Ghirardi si è mostrato comprensivo: «Da un Paese che ha sofferto il colonialismo, ci si aspetta diffidenza». Conclude ponendo l’accento sulla consapevolezza dei propri limiti istituzionali, e evidenziando la volontà di Parmaalimenta «di capire come si può operare alle condizioni dei locali».Il futuro
Guardando alla prima area di intervento dell’associazione, Ghirardi ha anticipato di «voler dar continuità all’attività. In questi giorni, grazie alla presidenza del Consiglio dei Ministri, è partito un altro piano che porterà in Burundi all’incirca 80.000 da devolvere alla lotta contro la malnutrizione e alla concessione di microcrediti».
Per quanto riguarda l’attività produttiva, l’associazione intende espandere e ottimizzare il progetto partendo dai fondi concessi dal bando AICS 2025-2028: ciò significa «ridurre i costi energetici per mezzo di attrezzature di laboratorio alimentate da energia rinnovabile e, nel futuro, costruire un impianto fotovoltaico da 100 kilowatt». Parmaalimenta intende inoltre ottimizzare l’attività nei campi costruendo pozzi nei punti più disagiati: nel merito, sta già mettendo a punto con l’Università di Parma un sistema di assistenza capace di captare lo stress tecnico e idrico delle piante di pomodoro: «Riusciamo a vedere, grazie a questo sensore, se la pianta necessita di acqua o meno, ottimizzandone il consumo e l’irrigazione».
Il presidente chiude il discorso rendendo nota l’intenzione di «rinnovare il parco macchine, partendo dalle attrezzature per la decorticazione del riso: i nostri macchinari risalgono al 2008 e stanno diventando obsoleti». Il tutto, senza perdere di vista le ragioni originarie e i principi di cooperazione e di sviluppo, perseguite sin dal primo momento in attività.Quello che il presidente Ghirardi cerca di dimostrare è che la cooperazione internazionale non sia semplice assistenza, ma una realtà che può e deve saper generare autonomia, lavoro e dignità per le comunità del Terzo Mondo: «Oggi Parmaalimenta è un punto di riferimento, – ha concluso – un esempio concreto per chi vuole costruire un futuro sostenibile in Burundi e altrove».L'articolo originale è consultabile al seguente link https://alleyoop.ilsole24ore.com/2025/11/12/parmaalimenta/?refresh_ce=1


MAISON PARMA, L'INIZIO DI UNA BELLA STORIA

Video

8 Maggio 2025 - Inaugurazione del Consorzio RUNYANYA NGIRAKAMARO


TUTTO IL BUONO DEL POMODORO

Giovedì 15 settembre 2022, durante lo Study Tour svoltosi all'interno del progetto "Maison Parma, il valore del territorio: la filiera del pomodoro e lo sviluppo sostenibile", si è tenuto il convegno dal titolo "𝑻𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝒃𝒖𝒐𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒑𝒐𝒎𝒐𝒅𝒐𝒓𝒐. 𝑷𝒂𝒓𝒎𝒂-𝑩𝒖𝒋𝒖𝒎𝒃𝒖𝒓𝒂: 𝒖𝒏 𝒎𝒐𝒅𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒗𝒊𝒏𝒄𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒐𝒑𝒆𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆”, presso la fondazione Monteparma, con lo scopo di far conoscere alla cittadinanza parmense il progetto Maison Parma.I numerosi interventi, moderati da Alessandro Tassi Carboni, sono stati realizzati da:Mario Bonati, Presidente di Fondazione Monteparma
Michele Guerra, Sindaco di Parma
Andrea Massari, Presidente della Provincia di Parma
Jimmy Hatungimana, Sindaco di Bujumbura
Desire Nsengiyumva, Governatore della Provincia di Bujumbura
Simona Caselli, Presidente dell’Assemblea delle regioni frutticole, orticole e floricole europee
Espérance Ndayizeye, Ambasciatrice della Repubblica del Burundi a Roma
Gualtiero Ghirardi, Presidente Parmaalimenta
Roberto Reggiani, Direttore Azienda Agraria Sperimentale Stuard
Candide Kazatza, Responsabile Comunicazione Comune di Bujumbura
Armel Bitaneza, Rappresentante Legale di Parmaalimenta Burundi
Edmondo Giglioli, primo ricercatore del CNR-IMEM
Silvia Marchelli, Direttore Parmaalimenta
Gabriele Costantino, Direttore Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco Università
degli Studi di Parma
Daniel Mazarahisha, Direttore Ufficio Provinciale per l'Ambiente, l'Agricoltura e l'Allevamento/Provincia di Bujumbura (DPAE)
Riccardo Bevilacqua, Responsabile area Burundi per Fondazione Avsi
Daria Jacopozzi, Assessora alla Partecipazione, Associazionismo, Quartieri Comune di Parma
Fabio Strinati, Dirigente Ufficio III AICS
Antonio Ragonesi, Responsabile Area Relazioni Internazionali di ANCI Nazionale
Michela Bolondi, Vice Presidente Boorea
Francesca Marconi, Presidente Distretto Economia Solidale (DES)
Luigi Sidoli, Direttore A.In.P.O OI pomodoro da Industria Nord Italia.
Di seguito il video realizzato durante l'evento.

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"Contributo al progetto Maison Parma"

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Parmaalimenta
Strada Repubblica, 1 - 43121 Parma (PR)
Sede Operativa: Piazzale della Pace 1, - 43121 Parma (PR)CF: 92125600343e-mail: coordinamento@parmaalimenta.orgDisclaimer Privacy
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